Con questo articolo inizio a parlarti con grande entusiasmo, ma anche timore reverenziale, di Spagyria.
Per introdurre la Spagyria, però, non posso non accennare prima all’Alchimia. Avrai forse già letto i miei precedenti articoli sull’Alchimia (la visione alchemica e le pratiche alchemiche); in essi ti presento l'Alchimia come percorso trasformativo per la crescita interiore, ma per laboratorio alchemico non si intende solo quello all’interno dell’essere umano, ma anche un vero e proprio laboratorio chimico in cui avvenivano reazioni, a volte anche violente e letali.
Gli Alchimisti, oltre a percorrere un cammino spirituale interiore, si erano prefissati anche lo scopo di riprodurre in piccolo nel loro laboratorio ciò che il Creatore ha realizzato in grande e, per fare questo, avevano bisogno di manipolare la materia e di trovare, preservare ed estrarre quello spirito universale, quella forza vitale che è presente in ogni opera del Creato, vivente e non vivente. L’alito divino, il nitro filosofico degli alchimisti, che esiste in ogni cosa.
L’Alchimia, dunque, ha un aspetto profondamente spirituale, ma è costituita anche da una parte molto pratica. Scienza e spiritualità si fondono insieme ed il decorso delle reazioni chimiche va di pari passo con il percorso di evoluzione spirituale dell’alchimista.